CDP Think Tank: l’economia piemontese da rilanciare

In breve

  • La Cassa Depositi e Prestiti ha promosso un’iniziativa di ricerca denominata Think Tank: un gruppo di analisti economici che svolge approfondimenti su tematiche industriali e macroeconomiche.
  • Alla fine dello scorso mese di gennaio è stato diffuso un rapporto sulla situazione del Piemonte.
  • Un primo dato generale è il rallentamento della crescita economica rispetto alle altre regioni del Nord.
  • Il rapporto ritiene che si debba partire dai punti di forza dell’economia regionale, in grado di competere con le aree italiane ed europee più avanzate, e che siano cinque le eccellenze individuate: la manifattura, la chimica verde, il design e le industrie creative, il sistema degli interporti e la città metropolitana di Torino.

 

La situazione dell’economia piemontese

La Cassa Depositi e Prestiti ha promosso un’iniziativa di ricerca denominata Think Tank: un gruppo di analisti economici che svolge approfondimenti su tematiche industriali e macroeconomiche di interesse per il Gruppo CDP e per il Paese, allo scopo di fornire indicazioni strategiche e contribuire al confronto con gli stakeholder e allo sviluppo economico e sociale dell’Italia.

Alla fine dello scorso mese di gennaio è stato diffuso un rapporto sulla situazione del Piemonte.

Un primo dato generale è il rallentamento della crescita economica rispetto alle altre regioni del Nord, manifestando un calo nella competitività e dimostrando di essere in una fase di trasformazione. La congiuntura è dovuta in primo luogo alla crisi del comparto manifatturiero, in particolare con la perdita di centralità del torinese nel settore automobilistico, che per decenni è stato il traino per tutto il territorio.

Si tratta di accettare le sfide dettate dai cambiamenti del quadro economico complessivo e dalla terziarizzazione della società. «In questo contesto, la regione necessita di una nuova strategia di sviluppo che valorizzi le specializzazioni storiche e le competenze consolidate del tessuto produttivo, agganciandole ai nuovi trend di crescita globali della transizione ecologica, digitale e sostenibile».

I cinque punti di forza

Il rapporto ritiene che si debba partire dai punti di forza dell’economia regionale, in grado di competere con le aree italiane ed europee più avanzate, e che siano cinque le eccellenze individuate: la manifattura, la chimica verde, il design e le industrie creative, il sistema degli interporti e la città metropolitana di Torino.

Tali eccellenze possono anche avere il compito di contribuire al rafforzamento dei processi di innovazione del le altre imprese manifatturiere, rappresentando inoltre esempi importanti del ruolo trainante dei servizi avanzati nello sviluppo dell’economia di un territorio.

Infrastrutture e capitale umano

Perché ciò sia possibile risulta indispensabile potenziare elementi quali le infrastrutture sia fisiche sia digitali, nonché favorire «la ricerca di un nuovo equilibrio tra qualità della forza lavoro e fabbisogni delle imprese, al momento non adeguati ad un capitale umano tra i più qualificati a livello nazionale».

Riguardo al tema dei trasporti si dovrebbe puntare a una mobilità più sostenibile, superando la predominanza della “gomma”. La connettività, fattore oggi fondamentale, ha bisogno di un deciso miglioramento, tenendo conto anche delle notevoli differenze territoriali: ad esempio la velocità massima di download a livello provinciale vede Torino in testa con 75,8 Mbps e Cuneo in ultima posizione con 32,4 Mbps, meno della metà.

Per quanto concerne il capitale umano, il Piemonte si caratterizza per un alto livello di formazione, in continuo incremento, con una crescita del numero dei laureati, per citare un dato, del 7% nell’ultimo decennio, dovuta a un sistema universitario di qualità, capace di attrarre studenti da fuori regione. Il livello qualitativo della domanda da parte delle imprese non segue lo stesso percorso: «ancorate a un modello produttivo non sufficientemente innovativo, tendono ad offrire, soprattutto ai più giovani, impieghi con inquadramento e reddito di basso livello». La conseguenza è una propensione dei giovani piemontesi più qualificati a cercare lavoro in aree più dinamiche.

Il ruolo delle istituzioni

Il rapporto pone in risalto come le istituzioni locali si siano attivate per affrontare tali problemi: «Proseguire su questa strada, andando ad agire sulle necessità evidenziate di rafforzamento delle infrastrutture a supporto del sistema produttivo e di miglioramento della propensione ad innovare, porterà il Piemonte lungo un sentiero di sviluppo in grado di farlo tornare ad essere una regione attrattiva per la manodopera più qualificata e capace di favorire l’insediamento di nuove imprese, cogliendo le opportunità offerte dalla nuova geografia delle catene globali del valore».